Pensieri in libertà


Riflessioni su “questioni interiori”.

Quando si parla di questioni interiori e spirituali, è facile possano avvenire dei fraintendimenti, perché ognuno percepirà le parole con un significato personale, filtrato dalla propria esperienza, che per ognuno è diversa di livello e di profondità, rispetto a quella di un altra persona. Quando non c’è stata esperienza di qualcosa, sentirne parlare risulta difficile da comprendere, come non è semplice potersi far intendere.

Sentir parlare, ad esempio, di consapevolezza, di presenza, di accoglienza, di non giudizio, senza averne sperimentato l ‘esperienza, resta difficile da comprendere all’interno di in un discorso.
La consapevolezza, ad esempio, non è una nozione astratta: è piuttosto un’esperienza di coscienza.
Siamo abituati a farci riempire la testa di nozioni, anche in ambito spirituale, ci piace ascoltare nozioni, quindi, quando arriva l’insegnamento puro, fatto di essenza, diventa difficile comprendere e ci si sente a disagio: l’ego protesta, la zona confort è minata, il corpo di dolore grida..
Può, allora, essere utile fermarsi, chiedersi se vogliamo davvero fare un passo dentro di noi e conoscerci, se davvero vogliamo fare un lavoro su di no i(sè) o se è solo un’ idea spirituale che ci siamo fatti di noi, perché ogni tanto si ‘medita’ o si parla di certi argomenti o si frequenta un corso e così via.
Se voglio lavorare su di me, non ci sono scuse, non ci sono ‘ma’ o ‘se’, non si da la colpa a chi cerca di darci imput al riguardo, siamo noi che abbiamo difficoltà a comprendere.
Allora è necessario entrare nell’ottica del: “okay, mi apro a me stesso, mi accolgo e sto in ciò che accade” .
Non lotto, apro gli occhi e mi faccio pervadere dalla bellezza dell’essere.
O si lavora, o si lavora: niente scuse! Osservazione, presenza, umiltà ed Amore, aiutano.
Buon lavoro a tutti noi.
Silvia Del Vigna

14 Marzo 2020