Praticare la presenza permette di vivere la velocità della vita moderna in modo meno stressante. Non è tanto il rallentare le cose o il fermarsi, è piuttosto essere nell’attimo. Fare quello che sto facendo: bere bevendo, o guidare l’auto guidando e così via.
La presenza, portata il più possibile nelle cose di tutti i giorni, aiuta a sentire la nostra essenza, a scoprire che l’ essenza, con o senza quella cosa o quella persona, non acquista o non perde valore e che, piuttosto, è la personalità, il programma cui facciamo riferimento, che pensa di essere o di fare. In quest’ottica, il karma ad esempio, esiste per la persona, ma decade nell’ essenza.
La persona è soggetta al tempo, alle vite, alla legge di causa ed effetto.
L’essenza è eterno e l’eterno non è tempo infinito, è assenza di tempo, dove causa ed effetto, buono o cattivo coesistono o non esistono.
Possa questa consapevolezza che si svela attraverso la presenza, crescere sempre più in ognuno di noi.
“Riflessioni” Silvia Del Vigna
(Immagine presa dal diario di Matteo Branciardi)
14 Marzo 2020